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MORBIDE GALASSIE di Jacopo Fo - Capitolo 7

MORBIDE GALASSIE
La vera storia di Mikaijll Kandinski, dell'invasione del mondo e dei mostruosi Crow

Capitolo 7

Era stata una giornata pesante. C'erano stati due incidenti in Caucasia e il programma pubblicitario aveva avuto un serio ritardo, un agente operativo era scomparso, era il settimo in un mese... E poi c'era quella storia con Marilin 'O Connor che era diventata una questione molto delicata.
Alla fine Max Taxa aveva preso l'unica decisione possibile. Le aveva dato un pass per la centrale computer occulta e una settimana di tempo per frugare nelle memorie elettroniche di modo che potesse farsi direttamente un'idea sul modo in cui agiva la ditta, quella segreta.
Si sedette sul tappeto, inspiro' profondamente e cerco' di rilassarsi. Guardo' l'orologio: mancavano 20 minuti. Aveva tutto il tempo per rilassarsi, se ci fosse riuscito. Stava a Beau Champs, la residenza centrale della Morbide Galassie Riunite. Max Taxa non aveva una casa sua. Neppure il nome col quale tutti lo conoscevano era il suo. Viveva sotto falso nome, abitava nella residenza della Vispa. In effetti non aveva mai avuto una casa sua e comunque quello era il posto migliore dove avesse vissuto, un posto splendido, una cucina squisita, mura e uomini armati che rendevano la vita tranquilla, buona musica, spettacoli interessanti, un grande scopo per cui combattere. Quella era la piu' grande impresa che mai fosse stata tentata da un gruppo di uomini...
Il piano era semplice ma praticamente irrealizzabile. Cosa sapevano dei Crow? Niente. Li avevano analizzati, scandagliati, osservati, scomposti, studiati con tutti i mezzi conosciuti, ogni tecnica mistica, ogni tipo di magia, di alchimia e di rifrazione acustica o cromatica era stata impiegata per rilevare qualche cosa sulla natura dei Crow. Nulla di nulla era emerso.
Dal punto di vista organico in una delle ampolle di vetro cemento che conteneva un Crow non vi era assolutamente niente. C'era solo un po' di aria compressa e qualche granello di pigmento blu ricavato dal nitrato di manganese. I Crow, sostanzialmente, non esistevano. Provarono anche a scandagliare i brillantini neri che venivano incastonati sulla tempia dei portatori di Crow ma anche li' non trovarono niente. Semplice plastica biologicamente empatica.
Fu allora che alcune donne, che partecipavano alle ricerche, dichiararono di far parte di un'antica setta leggendaria: le Regine Coan. Furono loro a preparare il piano... Ma questo era successo molto prima che lui entrasse nell'organizzazione... Le Regine Coan avevano un piano ma avevano bisogno di alleati convinti e sicuri. Ed erano riuscite a ottenerli. E lui stava a capo di quel braccio operativo. Era lo Schu Du Zai dell'impresa, il megaboss, il direttore generale. Avevano fatto un lavoro incredibile, lo avevano fatto per fermare i Crow... Ma forse anche, molto, per quelle donne setose e determinate che sapevano tenere tra i denti il segreto di funi fosforiche e impalpabili. Puntuale come sempre lei entro'. Lui non aveva mai visto niente di cosi' bello. Lei indossava i 22 veli trasparenti delle regine Coan e come sempre il suo viso e il suo corpo erano dipinti di finissimi ceselli. Lui si chiese quanto tempo lei impiegasse per dipingersi il corpo, ogni volta, prima dei loro incontri. Max si sdraio' sul morbidissimo tappeto di seta e lei inizio' a massaggiarlo cospargendolo di olio balsamico. Inizio' dal collo e dal viso e continuo' fino ai piedi senza risparmiare nulla. Lei sapeva che a lui questo piaceva molto e glielo faceva spesso, come faceva per lui qualunque cosa lui amasse. I capelli di lei strisciavano sul suo ventre e lui stava provando sensazioni meravigliose e stava rammentando quanto l'avesse desiderata, quanto l'avesse cercata e quanto continuava a desiderarla ogni giorno.
Qualche cosa si mosse nel suo cervello, un clik, un'immagine si proietto', istantanea, nella sua mente per scomparire l'istante successivo. Come quella mattina all'alba quando se ne stava nudo nell'aria chiara a provare i gesti del butha. Perche' il corpo di lei era sempre dipinto ogni volta che si incontravano? Perche' non poteva guardare la sua pelle chiara? Le regine Coan dicevano che era necessario per la magia. Dicevano che, per tutta la durata del grande rito contro i Crow, lui e lei avrebbero dovuto rispettare questa limitazione. Un problema di risonanze cromatiche dicevano...
La ragazza era tale e quale a Ester Schu Zai; di una bellezza sconvolgente, bella come un mattino d'estate, come un angolo di bosco. Mikaijll Kandinski (che era conosciuto col nome di Max Taxa) si chiese, quasi per errore, se era veramente lei. Quando lui glielo aveva chiesto lei si era limitata a ridere e a baciarlo mormorandogli: "Oh... Tesoro..." E se i disegni sulla sua pelle fossero serviti per impedirgli di vedere che lei non era la sua Ester? Forse lo avevano fregato... Gli avevano rifilato un nome falso, un'identita' falsa, una falsa impresa commerciale, una falsa Ester... C'era da sperare che almeno il loro piano contro i Crow fosse vero...
La ragazza ora gli stava davanti e lo guardava con occhi preoccupati e gli chiedeva: "Cosa c'e' Max, cosa c'e' che non va?"
Lui la guardo' e gli sembro' incredibile che lei potesse non essere lei. I suoi occhi, quella piccola piega orizzontale sopra il labbro, l'odore dei suoi capelli, i suoi gesti, il pulsare della sua pelle e quella morbidezza sparsa nella sua voce... Era lei! Lei veramente... Come era vero il sole al mattino e l'acqua che bagna la terra dura! Nessuno poteva dubitare di questo. I suoi baci... Chi altro avrebbe potuto baciare come lei? Che idea assurda dubitare di lei. Forse che l'universo poteva essere cosi' pazzo da gettare tanta delizia in due donne... Ma cosa credeva l'universo? Che le pietre fossero pietre? Che non potesse impazzire l'acqua e sciogliersi e precipitarsi giu' dalle montagne, a inondare le valli per l'emozione insostenibile di essere toccata da due donne come lei? Due donne con tanta delizia non potevano esistere. Assurdo sarebbe stato sostituire Ester con un'altra altrettanto deliziosa. Chi farebbe monete false con oro buono? No, non era possibile.

"Cos'hai Max? Dimmi!" disse lei; ancora, visto che lui se ne stava zitto, come una statua di burro.
"Chiamami Mikaijll, amore!"
"Amore... Lo sai che non dobbiamo. Il nuovo equilibrio e' precario; basta poco per far scivolare via gli impedimenti... Io per te devo essere Sciapra e devo avere il volto dipinto e tu sei Max Taxa e devi essere il mio padrone e il mio amante."
" Ma io come faccio... Quando tu mi dici: "Ti amo, Max" come faccio a sapere che ami me e non questo Max, che neanche conosco!"
E lei rise, con quel suo riso argentino pieno di luminescenze calde e fresche insieme, e lui si senti' sciogliere come l'acqua che si scioglie e precipita giu' dalle montagne e allaga le vallate correndo al mare. E Mikaijll Kandinski si chiese se lei era lei veramente, se non era possibile che tutti i suoi sensi si sbagliassero e che Ester non fosse Ester ma un'altra. In fondo la mente non si illude sempre che esista cio' che desidera? E cosa sapeva di Ester? L'aveva vista tre volte: la prima era finito all'ospedale, la seconda avevano fatto l'amore e la terza volta c'era stato un massacro. Era in condizioni eccellenti per ingannarsi. Per scambiare una donna stupenda, calda e disponibile con la donna dei suoi sogni. Forse che la mente non e' schiava dei desideri? Ma no, non era possibile... Lui aveva rincontrato Ester subito dopo il massacro dei Cado, in quella strada, mentre iniziava il terremoto e... Come avrebbero potuto sapere tutto, prevedere tutto, inviare li' una sosia gia' predisposta col sorriso di Ester per abbindolarlo?

Samuel stava disteso su un mucchio di cuscini. Era ingrassato e stava mangiando ancora o, meglio, era una ragazza seminuda che lo imboccava con acini d'uva bianca, uno ad uno. Vicina a lui, intenta a succhiare la sua intimita'. Samuel ora era Matibu Anti, il responsabile della struttura segreta; le Regine Coan lo avevano sistemato molto bene. Giorno e notte le ragazze danzavano per lui e poteva prenderle come voleva, ogni volta che voleva... Poteva prendere tutto quello che voleva: droghe, cibo, giochi d'acrobazia e gare a cavallo. Poteva spassarsela 4 volte di piu' del piu' degenerato degli uomini e aveva il sublime vantaggio che, qualunque cosa facesse, le regine Coan erano in grado di rimetterlo in sesto, comunque, perche' alle 8 del mattino, fresco come una rosa, potesse ricominciare a lavorare, fedelmente, al grande progetto.
"Lurido maiale!" disse Mikaijll Kandinski entrando. "Brutto porco! Non ti e' ancora cascato?" rispose Samuel.
"Pensa per te, bigamo!"
"Max, non parlare cosi', considererei vivere in bigamia un'orribile carestia!"
"Cosi', Anti, io volevo un grande amore, tu un gran bordello.. e in effetti le nostre Regine ci hanno accontentati"
"Lunga vita alle regine!" brindo' Samuel levando un bicchiere di schasmisdaz rosa schocking che doveva contenere praticamente tutto cio' che un uomo assennato non avrebbe mai dovuto bere.
"E che i Crow crepino!"
Le ragazze risero. Mikaijll Kandinski e Samuel mangiarono insieme quella sera e per l'occasione Samuel smise di farsi succhiare da tutte le parti dalle sue dodici amanti. Restarono soli. Mikaijll disse:
"Samuel, ho un problema..."
"Anch'io Mikaijll!" rispose Samuel. Nella grande sala di controllo, la ragazza che stava seguendo la conversazione tra Max Taxa e Matibu Anti improvvisamente non senti' piu' nulla.